Le immagini della giornata
Inizia il dibattito con gli interventi delle delegate e dei delegati di cui abbiamo dato un ampio resoconto con le sintesi e le registrazioni audio.
“La CGIL: in direzione ostinata e contraria”
Nel corso del pomeriggio l’intervento di Susanna Camusso, Segretario generale CGIL, di cui abbiamo dato un’ampia sintesi.
Opinioni a confronto
Il programma dei lavori prevede la tavola rotonda “Le multinazionali dell’educazione e la privatizzazione dell’istruzione nell’era della globalizzazione” coordinata da Alessandro Arienzo, responsabile Forum della docenza FLC CGIL.
La tavola rotonda si apre con un accorato appello di Angelo Gavrielatos, Project Director di Education International a non sottovalutare il fenomeno della privatizzazione dell’educazione, ad attrezzarsi per affrontare l’assalto del grande capitale internazionale ai sistemi educativi.
Gavrielatos offre alla platea uno spaccato della situazione internazionale e delle diverse modalità con cui nei diversi paesi si produce la sostituzione del privato al sistema pubblico, l’importazione di pratiche tipiche del privato nella gestione delle istituzioni pubbliche, le partnership pubblico privato.
Howard Stevenson, Professor of Educational Leadership and Policy Studies, University of Nottingham, focalizza la sua presentazione proprio sul fenomeno chiamato "GERM"; Global Education Reform Movement: l’importazione di pratiche organizzative e manageriali caratteristiche dell’impresa privata nei sistemi di educazione pubblica, che portano alla verticalizzazione dei rapporti di lavoro, alla perdita di collegialità e democrazia, alla precarizzazione dei rapporti di lavoro.
L’intervento di Paola Cammilli (ETUCE) pone l’accento sul ruolo delle istituzioni europee nel condizionare la produzione normativa dei paesi membri. Mentre è chiaro che l’Europa spinge i paesi verso l’implementazione di politiche neoliberiste, non va tenuto sotto traccia il fatto che sono i paesi che collaborano alla trasformazione delle raccomandazioni europee in leggi.
Nel processo del Semestre Europeo, però, c’è spazio per l’azione del sindacato, e questo spazio deve essere presidiato. Il ruolo dei sindacati nazionali deve anche essere quello di contagiarsi a vicenda nelle pratiche e nei conflitti, grazie al ruolo di coordinamento dei sindacati europei e internazionali.
In allegato il testo dell’intervento e due documenti con i dati citati (uno sui salari e posti di lavoro nel pubblico, l’altro sul profitto in Europa dallo sfruttamento dell’ODG4).
Chiude il panel Rob Copeland del sindacato inglese UCU, che racconta della situazione specifica delle università del Regno Unito, che stanno subendo una durissima deriva verso la privatizzazione, con la trasformazione dei rettori in amministratori delegati, la fortissima precarizzazione dei rapporti di lavoro e il conseguente calo della qualità della didattica.
Ma la storia inglese è anche storia di lotte che pagano: con la privatizzazione degli atenei cade sui dipendenti anche una pesante modifica delle condizioni pensionistiche - affidate a fondi pensioni privati - che viene respinta con una lunga e dura lotta sindacale che ha tenuto assieme i docenti, lo staff e gli studenti.
I quattro interventi tracciano tutti uno scenario comune, per quanto declinato in forme diverse: la privatizzazione dell’educazione è un progetto complesso, pienamente inserito nel paradigma neoliberale, che intreccia diversi fattori che hanno a che fare non solo e non tanto con l’apertura di scuole private o il finanziamento pubblico ai privati: passa dalla competizione tra scuole grazie ai meccanismi di valutazione da parte di soggetti terzi, passa dalla determinazione del costo standard, passa dall’incorporazione nel pubblico di metodi gestionali del privato, passa dall’abolizione del valore legale del titolo di studio, passa dall’appalto di servizi magari considerati non essenziali, passa dal finanziamento diretto da parte delle famiglie della scuola pubblica, passa da percorsi anche poco comprensibili e spesso ha spinte internazionali non gestibili direttamente nel paese. Qui alcuni dati sulle scuole paritarie in Italia.
E la privatizzazione dell’educazione non impatta solo e solamente sulle condizioni materiali dei lavoratori del settore, impatta anche sulla strutturazione socio-culturale della società. Nei paesi in via di sviluppo l’ingresso massivo delle multinazionali dell’educazione privata è una nuova forma di colonialismo - di tipo culturale - finanziato dalla Banca Mondiale, dalle fondazioni di miliardari americani (Bill e Melinda Gates, Mark Zuckerberg, la famiglia Clinton e molti altri) che porta profitto a grandi fondi di investimento.
Dinamiche politiche ed economiche di dimensione mondiale alimentano questo fenomeno. Il nostro rapporto con i sindacati degli altri paesi europei e con il sindacato europeo ed internazionale è fondamentale per costruire una risposta globale alla privatizzazione dell’educazione.
La seconda giornata del IV Congresso nazionale della FLC CGIL si conclude dandosi appuntamento alla mattina seguente per la prosecuzione del dibattito.
IV Congresso della FLC CGIL. Seconda giornata: i lavori del pomeriggio